lunedì 14 settembre 2009

Ho una madre "resistente

Sabato, come ogni sabato da anni io, mia madre e mia figlia siamo andate nel "nostro" bar, un bar che ci ospita ogni sabato da circa dieci anni e che io adoro, pieno di scatole e caffettiere d'epoca, di menù e soprattutto ricolmo di ogni ben di Dio. Guardavo mia madre che ha 82 anni e che sta lottando con tutte le sue forze a ogni tipo di dolore, compreso quello straziante di mio padre che è precipitato nel baratro della demenza senile. Guardavo mia madre e pensavo che la parola che più le si addice è Resistenza.
Come ho già detto mia madre è stata staffetta durante la guerra. Come dimenticare i suoi racconti pieni di passione della guerra........ Dopo la guerra e dopo aver fatto diversi lavori, trovò il LAVORO alla Fiat (viviamo a Torino) e in poco tempo, oltre al lavoro, si trovò a combattere contro il padrone. Era una che aveva influenza con le sue amiche operaie, e tante la imitavano, e inizio' la repressione, le venne cambiato più volte reparto, e infine si trovò a lavorare alla catena, il lavoro più massacrante. Lei non cedette. Venne chiamata in direzione, e le offrirono un bel po' di soldi per tacere e smettere, ma lei rifiutò e la conseguenza fu il licenziamento.
Nessuno dava da lavorare ad una licenziata della Fiat, e lei allora andò a scaricare cassette di frutta ai mercati generali perchè con il solo stipendio di mio padre non si campava, e poi, dopo un corso, si mise a fare l'infermiera. Noi abitavamo ( e i miei ci abitano ancora) in un quartiere di operai, noi in case della Fiat (anche mio padre ci lavorava) e mi ricordo che, era il 1958, mia madre prendeva 80 lire per una puntura. Diceva che se un operaio deve curarsi con le iniezioni se lo doveva permettere, e lei non ci poteva speculare sopra. E' sempre stata molto amata dalla gente, a Natale ci arrivava ogni sorta di regalino, biscotti, caffè, caramelle, bottiglie di vino..... cose semplici che ti riempiono il cuore.
Va detto che parecchi anni dopo il licenziamento, parecchie persone intentarono una causa per l'ingiusto licenziamento, e a mia madre e a molti altri venne riconosciuto l'ingiusto licenziamento per repressione politica. Questo per noi è stato un gran giorno.

mercoledì 9 settembre 2009

Pane e resistenza

Sono nata nel 1952, pochi anni dopo la fine della guerra. I miei si erano sposati appena nel 51, e io sono cresciuta con la resistenza nei racconti pressochè quotidiani dei miei. Appena io e mio fratello avanzavamo qualcosa nel piatto, c'era qualcuno che ci ricordava quanta fame si era patita durante la guerra, e noi spazzolavamo tutto.
La famiglia di mia madre è originaria del Monferrato,in un minuscolo paese dove io sono andata tantissimo e che considero casa mia. Uno dei racconti più impressi di mia madre è quello di quando, lei era giovanissima, sua padre la mandava in autobus con il cappotto pieno di bombe a mano da portare ai compagni partigiani, contando sul fatto che a nessuno sarebbe venuto in mente di fermare una ragazzina. Quanta incoscienza o coraggio?

martedì 8 settembre 2009

E' l'inizio di un'avventura

Ecco, parto.......
Dopo anni che ci pensavo, quest'idea è venuta fuori così, all'improvviso.
Mettere per iscritto i vissuti della propria famiglia, i ricordi di mia madre staffetta e di mio nonno Beppe. Sarà come se tutto non fosse stato inutile e il nonno viva ancora nei ricordi di una nipote che lo ha adorato.
Per oggi solo questo, oltre ad una grande emozione